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Dopo la Francia, anche l’Italia rischia di tributare uno strano successo a questo libro complicato: composto di diversi testi di momenti differenti della vita del suo autore, esso è nella prima parte autobiografico, poi esegetico (dal Vangelo di Luca a san Paolo), poi di nuovo autobiografico. Il successo de Il Regno è dovuto al fatto che Carrère, con la sua vita e le sue esperienze, con le sue difficoltà nei confronti di una fede cristiana che gli sfugge senza però che egli se ne possa disfare completamente, diventa uno specchio della nostra epoca: un’epoca disincantata, completamente dubbiosa per quanto riguarda la religione, senza che possa dimenticare questo cristianesimo, la cui incarnazione nella carità è esemplificata da Jean Vanier e dalla sua Arche. Carrère conclude il libro riconoscendo onestamente la propria ignoranza.